La canapa sativa è una pianta incredibile: basti pensare che si riproduce nel giro di pochi mesi. Questa peculiarità ci consente di utilizzarla in modo permanente, così come hanno fatto i nostri progenitori per millenni. Il bello di questa pianta è che se ne possono fare migliaia di usi, in tutti i campi.
I materiali che si possono ottenere da questa pianta la rendono una delle specie vegetali più vantaggiose e anche controverse sotto certi punti di vista: infatti oltre a tanti materiali utilissimi, col tempo si è andati incontro ad un certo proibizionismo per via degli effetti dell’utilizzo di derivati di questa pianta. Non solo comunque fibre tessili, ma anche corde, olii, mangime ed altri ottimi prodotti che riuscivano a garantire un ottimo nutrimento ad animali di allevamento. In Europa per decenni è stata la pianta più coltivata, soprattutto considerando la sua grande capacità di crescere nelle condizioni più svariate.
Contenuti
Uso alimentare
Fra i molteplici utilizzi della canapa sativa, il primo che andremo a trattare è quello alimentare. I semi di questa poliedrica pianta, infatti, sono alla base di particolari lavorazioni che permettono di estrarne un latte vegetale, ottimo per la prima colazione, oppure quale composizione di tofu, ricotta e formaggi per ogni gusto.
Da non trascurare, è l’assenza di lattosio, che ne consente l’uso anche per le persone intolleranti al latte di origine animale. Diamo un’occhiata agli altri possibili usi.
Semi di canapa
I semi di canapa si avvalgono di tutte le proteine nobili di cui il nostro organismo ha bisogno. Il nostro corpo ha necessità di assumere per via alimentare quegli aminoacidi che non riesce a sintetizzare. Generalmente, gli alimenti vegetali comprendono soltanto alcuni di essi, e quindi, per evitare carenze, occorre abbinarli fra loro.

I semi di canapa, al contrario, ne sono incredibilmente ricchi, per cui si rivelano i vegetali più completi dal punto di vista proteico. Per quanto riguarda i grassi, poi, il loro contenuto polinsaturo ne fa degli ottimi alleati del nostro apparato cardiovascolare.
Gli acidi grassi essenziali omega 6 e omega 3 in rapporto di 3:1, sono ritenuti ottimali dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e l’assunzione di un cucchiaio di semi di canapa al giorno, sarebbe sufficiente a soddisfare le nostre necessità di antiossidanti. I semi possono essere aggiunti direttamente nelle nostre minestre o insalate, nella forma di semi decorticati, oppure utilizzati per estrarne olio, o utilizzarli per birre e caffè.
Farina di canapa
Attraverso la macinazione dei semi di canapa, si ottiene una farina scura e dal gusto vagamente nocciolato, ricca di fibre, di proteine, di oli essenziali, di sali minerali e di vitamina E. Essendo, poi, priva di glutine, è adatta anche per i celiaci.
La farina di canapa non va usata pura, ma mescolata ad altre farine, di semola, di ceci, di granturco, in proporzioni che vanno dal 10 al 35%, a seconda degli utilizzi. L’aggiunta di tale farina a quelle tradizionali, consente un sapore più accattivante, una migliore digeribilità, protezione dai radicali liberi e rafforzamento del sistema immunitario. Con questa farina si possono realizzare pane, pasta, pizze. Ma anche squisiti gnocchi, crepes e dolci di vario genere: dai biscotti, ai pancake, ai muffin.
Letture correlate: Farina di canapa: proprietà, valori nutrizionali e ricette
La canapa nella cosmetica
In campo cosmetico, attraverso le proprietà dell’olio di canapa sativa, estratto a freddo dai suoi semi, è possibile ottenere una gamma completa di prodotti.
Le caratteristiche antisettiche e antinfiammatorie dei suoi saponi, permettono di combattere tutte le irritazioni della pelle, tipo eczemi, foruncoli e irritazioni di vario genere. Shampoo e balsamo sono nutrienti e rivitalizzanti, emollienti e idratanti, adatti per capelli normali, come per quelli secchi o grassi. Le creme per il viso, per le mani e per il corpo, adatte tanto agli adulti quanto ai bambini, sono rassodanti e lenitive.
Con l’olio di semi di canapa si fanno anche detergenti intimi e dopobarba, ottimi scrub e maschere per il viso, latte detergente e tonico per il viso. Le sue proprietà antirughe derivano dagli oli vegetali che contrastano i radicali liberi. Troviamo in commercio, quindi, creme antietà, ma anche oli abbronzanti e creme doposole.
Canapa tessile
C’è stato un tempo, fino a metà Ottocento, in cui l’uso della canapa come tessuto non aveva rivali. Con essa si fabbricava praticamente di tutto: dalle corde alle vele delle imbarcazioni, dai sacchi dove riporre mercanzia di ogni genere ai tendaggi di casa, ai rivestimenti di materassi e poltrone, al corredo delle novelle spose.
Poi, scelte industriali che privilegiavano il consumismo rispetto a una visione più conservativa dei beni e dell’ambiente, le hanno preferito fibre tessili artificiali, più consone a una mentalità usa e getta.
Negli ultimi anni, però, il ritorno a una cultura meno basata sull’effimero, sta rivalutando le fibre naturali, e, fra queste, appunto la nostra canapa come tessuto biologico, capace di surclassare lo stesso cotone, fino a ieri indiscusso re dei tessuti in commercio. Questa, infatti, è una pianta più resistente delle altre alle aggressioni crittogamiche dei vari parassiti, per cui la sua coltivazione ha un impatto ambientale minore e necessita anche di appena la metà dell’acqua occorrente al cotone per crescere e svilupparsi. Le sue fibre sono cave e ciò le rende fresche nella stagione estiva e calde in quella invernale. In più, sono naturalmente antibatteriche e risultano eccezionalmente resistenti all’usura.
Carta di canapa
Con la canapa industriale si può produrre anche della buona carta per i molteplici fabbisogni di ogni giorno. L’uso di tale sostanza per realizzare carta è, in realtà, antichissimo: in Oriente, veniva praticato già prima dell’Era Cristiana, ma in Occidente arrivò soltanto in tempi relativamente recenti, durante quel Rinascimento in cui l’invenzione dei caratteri mobili della stampa, produsse un boom di pubblicazioni su carta.

E la carta di canapa, allora, proveniva in massima parte dalla macerazione di vecchi stracci, che, a loro volta, erano composti prevalentemente di canapa e lino. Successivamente, il fabbisogno di carta crebbe notevolmente e gli uomini presero l’insana abitudine di abbattere foreste per procurarsi la materia prima. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Gli alberi rappresentano i polmoni della Terra: attraverso di essi, ci procuriamo l’ossigeno di cui abbiamo bisogno. È tempo di ritornare a servirci di piante annuali per procurarci la polpa necessaria a produrre carta.
Oggi, nel mondo, le cartiere che usano fibra di canapa sono pochissime, soprattutto a causa della mancata riconversione industriale, che le renderebbe idonee a tale impiego. Occorre l’impegno di tutti, imprenditori, autorità politiche e consapevolezza dei cittadini, per fermare lo scempio sulle foreste e impiegare piante non annuali per la produzione di carta. Quella ottenuta dalla canapa sativa fa risparmiare 4 ettari di bosco per ognuno coltivato a questa pianta meravigliosa.
Bio-plastica
Nel campo delle plastiche, la canapa industriale rappresenta indubbiamente il futuro obbligato. Posto che quelle derivanti da idrocarburi hanno ormai saturato l’impatto sostenibile dal Pianeta, le nuove bio plastiche ottenute dalla cellulosa e dalle fibre di canapa, si presentano come l’alternativa più valida.
Dal punto di vista della composizione, hanno il vantaggio di essere naturali. Da quello della praticità, si presentano in forme decisamente più resistenti e leggere, rispetto alla plastica tradizionale. In più, la bioplastica di canapa ha lo straordinario vantaggio di essere atossica, e quindi è eccellente per l’uso a contatto con la pelle e per la conservazione degli alimenti.
Infine, è bio-degradabile, in grado, cioè, di sostituirsi con successo ai sacchetti di plastica, rei di inquinare i nostri mari in guisa pressoché permanente. I settori nei quali già vengono utilizzate le nuove tecnologie derivanti dalle fibre di canapa, sono l’industria automobilistica, dell’elettronica, dell’arredamento, dei giocattoli. Ma ciò che più di ogni altro settore ne dovrebbe dichiarare il successo, sarà il loro impiego nella stampa 3D, che sta per rivoluzionare le nostre abitudini e i nostri consumi.
Bio-edilizia
In pochi settori, come nell’edilizia, sono possibili grandi trasformazioni in grado di ribaltare completamente il concetto che ci ha legati per secoli all’idea di casa, in due sue essenziali componenti: quella di riparare dagli agenti atmosferici e quella di riscaldare i suoi abitanti.

Da sempre, i costruttori hanno posto l’accento su come procurare calore e non disperderlo, piuttosto che sul lasciare il freddo (d’inverno) e il caldo (d’estate) fuori dalla casa. Ebbene, le nuove tecnologie, oggi, si stanno concentrando sull’isolamento termico, con conseguente risparmio di combustibili e inquinamento. I mattoni di calce e canapa hanno un’alta capacità di isolamento dal calore e dall’umidità, assorbendo e trattenendo, inoltre, il biossido di carbonio, e fungendo, quindi, da pareti attive, che respirano.
La canapa come combustibile
Anche nel campo dei carburanti, il futuro si chiama biodiversità. I fossili hanno fatto il loro tempo. Ciclicamente corrono voci che il petrolio si stia esaurendo, ma prima che esaurisca noi, occorrerà sostituirlo con bio combustibili, come l’etanolo derivato dalla canapa. Già in passato, questo carburante venne usato con successo, prima dell’avvento dei petrolieri e dei danni incalcolabili all’ambiente.
Henry Ford produsse un prototipo, nel 1941, costruito con bio-plastiche di canapa ed alimentato, appunto, con etanolo di canapa. Il progetto non ebbe seguito per la successiva messa fuori legge della cannabis, ma, oggi, tale pianta sta ottenendo una riabilitazione un po’ in tutto il mondo, e i suoi benefici vengono riconosciuti a livello planetario. L’etanolo prodotto da questa pianta ha un impatto sull’ambiente molto basso e, dal suo impiego al posto dei derivati del petrolio, tutti ne trarremmo vantaggi anche in termini di salute.
Conclusioni
È semplicemente la risposta ecologica all’utilizzo degli idrocarburi ma, al tempo stesso, molto di più, perché la canapa sfama, veste, riscalda, cura e molto altro ancora. Accantonata per decenni con l’accusa di essere una droga, sta tornando in auge con tutte le sue potenzialità.
Si tratta comunque di una pianta che germina durante il periodo estivo e che risulta essere estremamente adattabile. Proprio questo la rende una delle piantagioni più diffuse non solo in Italia, ma anche in altri paesi: questa pianta riesce a crescere bene a varie altitudini e anche con climi molto diversi.
Senza dimenticare che è una di quelle piante che non richiede una cura continua e necessita di una scarsa irrigazione. Dunque si può fare a meno anche di sostanze chimiche che normalmente vengono usate per far crescere meglio le piantagioni. Riesce a resistere molto bene anche a lunghi periodi di assenza d’acqua, riuscendo a sopravvivere e anche a germinare. Sicuramente la canapa rientra tra le piante che nel corso dei secoli ha avuto un ampio utilizzo da parte dell’uomo. Addirittura i primi ritrovamenti di semi risalgono all’era del Neolitico, anche se col passare dei secoli questa pianta ha assunto grande importanza anche per via delle fibre che vengono prodotte.
Oltre alle ottime fibre di canapa, tra i derivati che oggi vengono maggiormente utilizzati troviamo sicuramente i semi di tale pianta. Non sono altro che degli acheni molto piccoli sui fiori delle piante femminili: nel momento in cui sono alla maturazione formano un guscio molto sottile che generalmente ha un colore marrone. Ad oggi l’utilizzo che viene fatto di questi semi ha per lo più uno scopo alimentare e soprattutto è consigliabile in diverse situazioni e disturbi.