
Avere le idee chiare sulle differenze tra olio di CBD e olio di cannabis è molto importante. Purtroppo, le linee guida in merito non sono ancora sufficienti e mettono a rischio la chiarezza finale soprattutto quando si tratta di capire il contenuto di cannabinoidi, essenziale per valutare le finalità di consumo.
Il motivo principale dietro alla situazione appena descritta è da ricondursi ll mancanza di una regolamentazione definitiva in merito. Ecco quindi alcuni semplici consigli per scegliere al meglio. Iniziamo parlando dell’olio di canapa. Quando ci muoviamo in ambito europeo e nominiamo questo olio, inquadriamo una soluzione caratterizzata da un alto contenuto di CBD – il metabolita non psicoattivo della cannabis – e da un contenuto scarso, quasi nullo, di THC.
Specificare che si tratta di una classificazione usata in ambito europeo è necessario in quanto negli USA i due termini, ossia olio di canapa e olio di cannabis, sono utilizzati praticamente senza distinzioni.
Olio di canapa in Europa
Come appena detto, l’olio di canapa europeo è praticamente privo di metaboliti psicoattivi. Legalmente venduto in qualsiasi negozio, non è considerato un farmaco e non prevede alcuna prescrizione medica.

Nella maggior parte dei casi, viene commercializzato come integratore alimentare. Come già specificato, il contenuto di THC è praticamente nullo. Siamo attorno allo 0,2%. Ciò significa che assumere quest’olio non provoca alcun tipo di sballo.
Considerato un prodotto deperibile, andrebbe assunto mantenendosi sulle 4 gocce al giorno.
Olio di cannabis
Soffermiamoci ora sull’olio di cannabis, che presenta alcune caratteristiche differenti rispetto all’olio di canapa e di CBD. Il contenuto di metabolita psicoattivo cambia a seconda del prodotto specifico, ma è bene ricordare che, nella maggior parte dei casi, l’assunzione di olio di cannabis è associata a un po’ di sballo.
In Europa, l’olio di cannabis è classificato come prodotto narcotico da molti ordinamenti giuridici. Questo è dovuto in particolare alla presenza di una buona quantità di THC, il metabolita psicoattivo.
Al di fuori del territorio dei Paesi Bassi, è difficile trovarlo se lo si cerca per uso ricreativo. Da ricordare, però, che in Germania in ambito medico, previa ricetta, è possibile acquistare un particolare concentrato di cannabis.
Per dare un quadro più specifico della situazione attuale, ricordiamo che l’olio di cannabis, per via dell’alto contenuto di THC, è difficile da trovare anche nei negozi più specializzati.

In Europa la situazione è un po’ diversa. Risulta infatti possibile commercializzare prodotti caratterizzati dall’etichetta “olio di canapa” od “olio di CBD”, a patto che siano dichiaratamente estratti da canapa industriale.
I prodotti appena nominati, tendono ad avere una percentuale di CBD superiore rispetto agli oli che, invece, sono commercializzati negli Stati Uniti.
Altri concentrati di canapa e CBD
Da ricordare è anche la presenza di altri prodotti. In questo novero possiamo trovare la tintura di CBD. La sua caratteristica principale consiste nel fatto che è i cannabinoidi sono disciolti in alcol e non in una sostanza lipidica.

Degna di nota è anche l’esistenza dell’olio di Rick Simpson. Noto come RSO, si basa su un metodo tecnico innovativo che prevede che l’olio di cannabis sia estratto tramite solventi. La sua invenzione, opera del canadese Rick Simpson, ha suscitato non poco scalpore negli ultimi anni.
Il motivo è molto chiaro. Si parla infatti di una varietà di olio sviluppata personalmente in seguito all’insorgenza di tre melanomi cancerosi nel 2002.
Dal 2003, Simpson fornisce il suo olio gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta. Da parte delle autorità sanitarie internazionali c’è sostanziale indifferenza. Una piccola associazione del Colorado, però, ha sostenuto il progetto di Simpson promuovendo la creazione di un ambiente standardizzato per l’estrazione dell’olio di cannabis.

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