Nonostante la cannabis stia portando progressi nell’economia nazionale e nell’industria di settore nei paesi in cui è stata legalizzata ad uso ricreativo, per gli Italiani la cannabis rimane un tabù.
La cultura della cannabis rimane comunque qualcosa di positivo, semplicemente perché non c’è nulla di male nel praticare determinate usanze; e tra noi che siamo i grandi entusiasti della cannabis il divertimento non manca mai.
Abbiamo deciso dunque di proporre una carrellata delle peggiori citazioni di sempre, ovvero ciò che solo chi ha fumato almeno una volta nella vita può comprendere.
Iniziamo!
1. “Segna su un foglio questa roba, è geniale!”

Quante idee geniali abbiamo lasciato lungo la nostra esperienza da fumatori di cannabis?
È importante sempre scrivere l’invenzione del secolo che ci passa per la testa, per evitare di morire dentro quando futuri premi Nobel verranno assegnati a qualcun altro per la stessa idea.
2. “Chi ha il mio accendino?”

È difficile non accompagnare questa espressione con una processione di bestemmie; è opportuno però mantenere sempre la calma in questi casi. A volte mi chiedo se fumare sia una conseguenza del fatto che devo calmarmi quando qualche mio collega ruba “””per sbaglio””” il mio accendino durante le smoke sessions.
3. “Sono troppo fatto per fare questa cosa”

Quante volte abbiamo detto questa frase?
Quante volte abbiamo rinunciato a piccolo azioni che andavano fatte (come ad esempio alzarsi dalla sedia per prendere il posacenere) perché eravamo troppo fatti?
Impariamo a superare queste barriere, possiamo fare qualsiasi cosa quando siamo fatti.
Forse.
4. “Voglio solo restare a casa a guardare serie TV”

Capita il giorno (e spesso anche) di doversi ritrovare incollati al divano perché gli effetti dell’indica che abbiamo appena assunto sono più pesanti e prorompenti del previsto. In questi casi non possiamo fare altro che affidarci allo streaming più becero, o al massimo chiamare qualcuno che venga a collassare in ugual modo sullo stesso divano.
5. “I miei occhi sono rossi?”

Si, sono rossi.
E lo saranno sempre e comunque.
6. “Quella canna non è un microfono”

In questi casi è bene far notare al drago di turno che il joint va condiviso, e che non deve star lì a romanzare con il petardo fra le mani.
È opportuno farglielo notare anche con le maniere forti.
7. “Che cosa stavo dicendo?”

Anche le più piccole interruzioni possono far interrompere il flusso di pensieri e parole che stavamo elaborando. Pare che sia più facile ricordare chi si era nella vita precedente piuttosto che riportare nel discorso ciò che stavamo dicendo.
8. “Qualcun altro ha fame?”

E a questo punto parte la maratona a chi fa più schifo: acciughe sulle fette biscottate, nutella sui crackers, scatolette di tonno, e chi più ne ha più ne metta. In questi casi la cosa migliore da fare è non raccontare a chi non c’era quello che abbiamo ingerito.
9. “Che cosa facciamo adesso?”
Ci sono così tante scelte alle volte, come uscire al parco, andare al cinema o andare in pizzeria, che alla fine si finisce sempre col girarne un’altra.
10. “Non possiamo aver fumato tutta quell’erba”

E invece si.
Il barattolo è vuoto. Il malcontento generale inizia a crescere.
In confronto il fallimento delle banche è una cosa da poco.