Sebbene gran parte degli Stati nel mondo continui a trattare la cannabis come se fosse una piaga sociale che attacca la delicata fibra morale della società civile, vi mostrerò ora una mappa interattiva su informazioni riguardo le droghe a livello mondiale.
Questa mappa è stata creata utilizzando i rapporti più recenti dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine. Illustra anche informazioni molto importanti riguardo i gruppi di recupero per tossicodipendenti e per quali dipendenze vengono trattati. Ritrae quali siano le sostanze più utilizzate nel mondo e stando a questi dati la marijuana risulta essere la sostanza più popolare sul pianeta.
Lasciando perdere medicinali dannosi come gli antidolorifici, sembra che la maggior parte delle persone di tutto il mondo fumerebbe semplicemente dell’erba piuttosto che assumere farmaci convenzionali. Tuttavia, come sottolinea il documento, la piaga della dipendenza da oppioidi è tutt’altro che sotto controllo.
(Se siete da cellulare provate a ruotare lo schermo per vedere la cartina in modo completo. Cliccando sui vari stati avrete i dati)
fonte: Recovery Brands
“Anche se gli oppioidi sono la droga più trattata nel mondo, non sono la più consumata”, si legge nella relazione. “Con poche eccezioni, la cannabis è la droga maggiormente utilizzata in ogni paese, giudicando la percentuale di utenti.”
Gli USA, che hanno compiuto il loro processo di legalizzazione della cannabis per uso medico e ricreativo in molti Stati, è senza dubbio la patria di una grande cultura legata all’uso di questa pianta. Eppure, sorprendentemente, il rapporto mostra che l’Islanda è al primo posto per quanto riguarda il numero di gente che fa uso di marijuana – il 18 per cento della popolazione adulta si fa le canne, in parole povere.
Nonostante la maggior parte dei paesi del mondo abbia una grande dedizione per l’erba, è interessante notare come ci siano alcune nazioni che preferiscono le amfetamine (lo speed): si conclude dunque che l’amfetamina è la droga più utilizzata in posti come El Salvador e nelle Filippine, mentre per la Scozia e la Spagna la droga più diffusa, ed usata, è la cocaina.
Il documento mostrato di seguito rivela una realtà imbarazzante per quanto riguarda la scelta di un Paese di offrire trattamento di riabilitazione come alternativa al carcere. L’unica nazione a mettere in ombra gli Stati Uniti per quanto riguarda l’incarcerazione per reati legati alla droga è la Thailandia – un luogo che considera ancora il possesso di erba un reato capitale per un quantitativo maggiore a 20 grammi.
Mostriamo questi documenti a chi di dovere, sperando che si prendano in considerazione queste statistiche, anche in ottica della sessione speciale dell’Assemblea delle Nazioni Unite sul problema mondiale della droga, che si riunisce nel mese di aprile 2016 per iniziare a discutere riguardo le riforme sulle leggi internazionali di droga.
I lettori del Ganjanauta vogliono che la marijuana venga legalizzata a livello nazionale. Aldilà dei lettori del Ganjanauta, c’è un’altra fetta di pubblico, un’altra fetta di popolo che attualmente conosce ben poco riguardo la cannabis, o che è stata indottrinata con false informazioni, figlie di questa pazza epoca di proibizionismo in cui viviamo, da 80 anni a questa parte.
Abbiamo pertanto scritto dieci motivi per cui la cannabis dovrebbe essere legale, sia per uso terapeutico che ricreativo:
Contenuti
- 1 Il Proibizionismo non è riuscito la produzione domestica di marijuana
- 2 Minor perdita di tempo per Forze dell’Ordine e Magistratura
- 3 La liberalizzazione non aumenterebbe il consumo
- 4 Riduzione del flusso di denaro alle mafie
- 5 Il settore della canapa industriale rifiorirebbe
- 6 Il Proibizionismo si basa su falsi scientifici e sulla disinformazione
- 7 La marijuana non è una droga letale come alcol e tabacco
- 8 Lo Stato trarrebbe benefici dalle tasse
- 9 È ampiamente usata in ambito terapeutico
- 10 Gli attivisti non si tireranno mai indietro
Il Proibizionismo non è riuscito la produzione domestica di marijuana
Dopo 10000 anni di utilizzo di canapa e cannabis su questa Terra, siamo costretti a vivere in questi 70 di proibizionismo.
Il governo ha cercato di utilizzare sanzioni penali per impedire l’uso di marijuana per molti anni, e per impedire anche la coltivazione in casa. La marijuana nel 2012 è stata utilizzata da oltre il 14,6% dell’intera popolazione italiana (fonte: Corriere della Sera ).
Bisogna comunque considerare che, venendo ideologicamente trattata come una droga pesante, le percentuali potrebbero essere in realtà maggiori: nel 2001 a Porta a Porta il Ministro della Salute Girolamo Sirchia dichiarò: “Le differenze fra droghe leggere e pesanti sono sfumature”. La cannabis è attualmente uno dei business illegali più redditizi in Italia, considerando che la marijuana cresce spontanea e viene coltivata in tutto il pianeta. Ritenere che questa lotta contro l’uso della cannabis sia una politica di successo è ridicolo.
Ed è estremamente ancor più ridicolo l’appoggio al proibizionismo di certi esponenti della politica Italiana. Questi “politici” sono i classici figli della più ipocrita propaganda contro la marijuana di tutta la storia. La più vergognosa. Quella propaganda iniziata con le scoperte di Nylon e derivati del Petrolio.
La lotta alla marijuana è una lotta inutile. Lo dice la storia. Lo dice il mercato. Lo dice l’economia. Lo dicono le statistiche. Lo dicono le manifestazioni pacifiche di questi tempi in cui viviamo.
La lotta alla marijuana non ha supporto, non ha base certa, semplicemente perché l’idea che la marijuana non venga più utilizzata in Italia e nel resto del mondo è pura fantasia.
La dimostrazione di quanto riportato nel titolo di questo paragrafo sta nella stancante rassegna giornaliera dei maggiori quotidiani Italiani: “Un ragazzo arrestato per una coltura in soffitta” (2 piante), “Una donna di 46 anni sorpresa a coltivare cannabis” (3 piante), e così via.
Ogni giorno. Ogni settimana. Ogni anno. Ma perché accade ciò?
Semplicemente perché la marijuana venduta dalle MAFIE è pura merda. Una persona normale decide di voler coltivare cannabis, e lo fa. Non ci pensa due volte. Si informa su come far crescere una pianta (per quanto difficile questo processo possa essere) ed agisce.
Il proibizionismo non è riuscito a fermare l’autoproduzione, figuriamoci fermarne l’utilizzo. Ma andiamo avanti con la lista dei motivi per cui la legalizzazione della cannabis dovrebbe essere una realtà ormai appurata.
Se sei interessato all’argomento nello specifico, puoi dare un’occhiata alle informazioni riguardo la coltivazione della cannabis.
Minor perdita di tempo per Forze dell’Ordine e Magistratura
Gli arresti per possesso di marijuana e per crimini legati alla marijuana sono ormai una perdita di tempo per Forze dell’Ordine e Magistratura.
Sappiamo tutti che la Fini-Giovanardi era incostituzionale. Più in particolare, era un pugno nell’occhio al buon senso, all’etica e all’intelligenza in generale. Poi questa normativa è stata finalmente bocciata, in quanto non c’era distinzione tra droghe leggere e pesanti.
Non c’è mica differenza tra una pianta dalla storia millenaria che cresce spontanea in tutto il mondo e droghe sintetiche come eroina, cocaina, amfetamine e via dicendo, vero? Equiparare la pena da dare ad un pusher di eroina rispetto ad uno spacciatore di marijuana è semplicemente ridicolo. L’eroina uccide, vorrei ricordarlo. Cocaina ed amfetamine comportano gravi danni permanenti al corpo.
Per questa legge non esisteva differenza tra un fornitore di eroina che opera loscamente con la criminalità organizzata, lucrando sulla morte della gente, lucrando sulla forte dipendenza che ne consegue dall’uso di eroina, ed uno studente universitario che compra del fumo (hashish) o della marijuana anche per i suoi amici.
La Fini-Giovanardi è stata considerata anche una delle cause principali del sovraffollamento delle carceri: secondo il Fatto Quotidiano il 40% dei detenuti in Italia sono in carcere per reati relativi al consumo, alla produzione od allo spaccio di cannabis (fonte).
Dopo la morte di questo cancro legislativo, è rientrata in vigore la normativa Jervolino-Vassalli. Vediamo in dettaglio qual è la differenza a livello di condanna tra questa normativa e quella invece dichiarata incostituzionale.
- Fini-Giovanardi: Detentori e spacciatori di droghe leggere e pesanti ricevono la stessa pena (da 6 a 20 anni di reclusione e una multa da 26.000 a 260.000 €)
- Jervolino-Vassalli: Per le droghe leggere si prevede una pena da 2 a 6 anni di reclusione e una multa da 5.000 a 78.000 €.
La liberalizzazione non aumenterebbe il consumo
Un mercato della marijuana legale, regolamentato, ridurrebbe la vendita e l’uso tra gli adolescenti, così come ridurrebbe la loro esposizione ad altre droghe nel mercato illegale.
L’illegalità della marijuana rende tutto più interessante di quanto non sarebbe se fosse legale, rende il tutto più “figo da provare”, trash, offrendo l’opportunità agli adolescenti di fare soldi facilmente vendendo erba ai loro amici. Questa situazione porta poi gli adolescenti, nella loro ingenuità, a credere che cocaina ed eroina siano la stessa cosa della marijuana. “Ho provato la marijuana, già che ci siamo provo anche l’eroina o la cocaina” è la conseguenza diretta di uno Stato indifferente. Lo Stato Italiano non fa informazione corretta e scientifica sulla marijuana, ma ne proibisce l’uso mettendola sullo stesso piano di altre droghe sintetiche prodotte in laboratorio. La politica italiana è arrogante e prepotente riguardo la situazione della marijuana in Italia.
La legalizzazione della cannabis, accompagnata da una giusta e corretta campagna d’informazione dello Stato, porterebbe innanzitutto ad evitare che i ragazzi utilizzino altre droghe inconsapevoli del reale rischio che ne consegue, e poi al cessare delle attività illecite che alcuni ragazzi tentano di intraprendere.
A proposito di informazione fatta dallo Stato: una giusta campagna porterebbe anche a ridurre i rischi di due mostri che rimangono tuttora stabili e intoccabili, cioè l’alcol e il tabacco. I danni alla salute di queste droghe sono tra i più gravi per quanto concerne la saluta pubblica in generale, per non parlare del fatto che queste droghe siano completamente legali e senza limiti di utilizzo e possesso.
Riduzione del flusso di denaro alle mafie
L’illegalità della marijuana rende la coltivazione all’estero ed il contrabbando estremamente redditizi, generando miliardi di euro di profitto illecito. Ad esempio, applicando un’imposta pari a quella che pesa oggi sui tabacchi (cioè il 75% circa del prezzo di vendita), si potrebbero avere dei risultati strabilianti. Lo Stato potrebbe infatti incassare dai 5,2 ai 7,9 miliardi di euro all’anno, a seconda della possibilità o meno di coltivare in proprio l’erba. A questi soldi bisogna aggiungere i 574 milioni di risparmi per mancati arresti, processi non effettuati e costi carcerari. (Fonte: L’Espresso)
Il settore della canapa industriale rifiorirebbe
L’Italia è stata il secondo produttore al mondo di Canapa industriale.
La legalizzazione della marijuana semplificherebbe lo sviluppo della canapa come coltura agricola preziosa e diversificata in Italia, tra cui il suo sviluppo come nuovo bio-combustibile per ridurre le emissioni di carbonio. Negli anni Quaranta e Cinquanta l’Italia era il secondo produttore al mondo di cannabis sativa per uso industriale, per la maggior parte tessile (fonte: Internazionale.it). La marijuana in Italia era dunque una realtà molto stabile.
Il Canada ed altri Paesi Europei sono riusciti a rendere legale la coltivazione della canapa senza però legalizzare la marijuana, ma in Italia la coltivazione di canapa è stata consentita solamente nel 1998, dopo un lungo periodo di oblio. A causa della disinformazione operata anche dalle campagne contro le sostanze stupefacenti, la canapa industriale e la marijuana in Italia sono ritenute agli occhi della legge la stessa medesima cosa. Basterebbe cominciare a capire realmente di cosa si tratta quando si parla di canapa per uso industriale e del suo uso per la creazione di cosmetici, di beni edibili, di carta di canapa (che preverrebbe il continuo disboscamento in atto sul pianeta) e di come viene utilizzata anche nel settore tessile ed edile.
La legalizzazione della cannabis, però, semplificherebbe notevolmente l’onere normativo sulle prospettive riguardanti la coltivazione di canapa in Italia.
Se tutti i carburanti fossili e i loro derivati, così come gli alberi per la carta e per l’edilizia fossero vietati per poter salvare il pianeta, annullare l’Effetto Serra e fermare la deforestazione; Allora ci sarebbe soltanto una risorsa annualmente rinnovabile conosciuta, in grado di rifornire il mondo di di carta e tessuti; di soddisfare i bisogni globali dei trasporti, dell’industria e delle abitazioni; riducendo l’inquinamento, risanando il terreno e ripulendo l’atmosfera, tutto nello stesso tempo…
E questa sostanza è la stessa che ha fatto tutto ciò in passato
La Cannabis… La Marijuana!(Da The Emperor Wears No Clothes, di Jack Herer – ex militante del Partito Repubblicano e famoso attivista Americano per la legalizzazione della cannabis)
Nell’immagine di sotto, gli usi della Canapa.
Il Proibizionismo si basa su falsi scientifici e sulla disinformazione
Per giustificare l’illegalità della marijuana c’è bisogno di un utilizzo non completo e quindi non veritiero dei dati scientifici, con danni alla credibilità di docenti, ricercatori e scienziati di tutto il mondo. I pericoli del consumo di marijuana sono stati esagerati per quasi un secolo e gli studi scientifici moderni hanno completamente stravolto la situazione. I danni della marijuana si basano su vecchi pregiudizi del XIX secolo che hanno avuto origine in un tempo in cui la scienza era incerta sul perché la marijuana producesse tali effetti caratteristici.
Poiché il sistema dei recettori dei cannabinoidi è stato scoperto alla fine del 1980, queste preoccupazioni isteriche circa la pericolosità della marijuana non sono state confermate con la ricerca moderna. Tutti sono d’accordo che la marijuana, o qualsiasi altro uso di droghe come l’alcol o l’uso del tabacco, non è per i bambini. Tuttavia, gli adulti hanno dimostrato nel corso degli ultimi decenni che la marijuana può essere utilizzato moderatamente senza effetti nocivi per l’individuo o la società.
Negli anni ’40 venne dichiarata illegale perché induceva i neri ad essere irrispettosi nei confronti dei soldati bianchi. Altra nota ilare fu che i neri offrivano questa marijuana alle donne per poter approfittare di esse. Palesemente figlia della mentalità retrograda e sul razzismo presente negli USA in quell’epoca, questa accusa contro la marijuana venne poi riempita di altre perle delle più becera disinformazione: creava episodi di violenza domestica, stupro. La gente andava letteralmente fuori di testa.
Quando negli anni ’50 si accorse dell’infondatezza di determinate informazioni, il governo Americano tirò fuori un’arma ancor più convincente. Questa volta la marijuana l’aveva combinata davvero grossa: rendeva del tutto non-violenti i suoi consumatori, e anzi talmente pacifici – e pacifisti!- che i Comunisti avrebbero potuto usare la marijuana per indebolire la volontà di combattere nei combattenti Americani.
La cannabis, in dieci anni, passa dunque da violenta ad estremamente non-violenta. Inevitabilmente, i Comunisti Russi e Cinesi ridicolizzarono la paranoia degli Stati Uniti per la marijuana, sulla stampa e alle Nazioni Unite.
Che tutto ciò sia stato ispirato da motivi economici o razzisti è impossibile saperlo. Ma quello che sappiamo è che le informazioni disseminate dal governo americano e da tutti coloro che hanno aderito a questa falsa propaganda sulla cannabis erano allora, e continuano ad essere, deliberate menzogne.
Vi proponiamo questo stralcio di ridicolosità direttamente dagli anni ’30, in cui viene fatto allarmismo e vengono indicate le spaventose conseguenze di assunzione di marijuana (ai tempi “erba del diavolo”).
La marijuana non è una droga letale come alcol e tabacco
È un accertato fatto scientifico che la marijuana non sia tossica per gli esseri umani: l’overdose da marijuana è praticamente impossibile, e la cannabis non crea dipendenza, a differenza di alcol o tabacco. È ingiusto che il consumatore di marijuana venga giudicato più duramente dalla legge rispetto a chi fa uso di alcol o tabacco, che non viene praticamente giudicato.
Potresti essere interessato, più in dettaglio, al seguente articolo: La marijuana può ucciderti?
Lo Stato trarrebbe benefici dalle tasse
La marijuana è troppo costosa per il nostro sistema giudiziario. Deve invece essere tassata per sostenere programmi di governo favorevoli.
Le forze dell’ordine hanno responsabilità più importanti e situazioni più pericolose da gestire che arrestare e tenere in galera 24mila individui per reati legati alla marijuana, soprattutto alla luce dei costi aggiuntivi della giustizia in termini di smaltimento di ciascuno di questi casi.
La marijuana in Italia comporta arresti che rendono la giustizia più costosa e meno efficiente, si crea un sovraffollamento delle carceri e si intasa il sistema giudiziario, dilatando i tempi per polizia, avvocati, magistrati e burocrazia.
Inoltre, la tassazione della marijuana è in grado di fornire i finanziamenti necessari per molti programmi importanti.
È ampiamente usata in ambito terapeutico
L’uso di marijuana ha attributi positivi, come la sua utilità medica e l’uso come farmaco con effetti collaterali relativamente lievi.
Molti italiani assumono marijuana a seguito di una decisione informata, soprattutto coloro che soffrono di una serie di gravi disturbi.
L’uso terapeutico di cannabis offre sollievo dal dolore, dalla nausea, dalla spasticità e da altri sintomi per cui i farmaci convenzionali non sono molto efficaci.
La marijuana viene usata come farmaco perché crea una tendenza relativamente bassa alla dipendenza e gli effetti collaterali sono molto facili da gestire. La maggior parte dei consumatori di marijuana sviluppano tolleranza a molti degli effetti collaterali della marijuana, mentre chi non ci riesce sceglie di interrompere l’assunzione del medicinale.
Attualmente le regioni che hanno introdotto dei provvedimenti che riguardano l’erogazione di medicinali a base di cannabis sono nove: Puglia, Toscana, Veneto, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Sicilia, Umbria. Le normative regionali convergono tutte nel disciplinare l’erogazione dei medicinali a carico dei propri Servizi sanitari regionali (SSR), ma sotto altri aspetti presentano, però, notevoli differenze.
Gli attivisti non si tireranno mai indietro
I consumatori sono determinati a resistere a questa ingiustizia e realizzare la legalizzazione della cannabis, non importa quanto tempo ci voglia o quello che serva per avere successo.
Nonostante la minaccia di arresti e una smodata quantità di altre pene e sanzioni varie, coloro che assumono marijuana hanno persistito nel loro impegno per la legalizzazione della cannabis da più di una generazione. Si rifiutano di rinunciare alla loro sete di giustizia perché credono nei valori fondamentali della società democratica.
Il Proibizionismo non è riuscito a mettere a tacere i consumatori di marijuana, nonostante i tentativi fatti negli anni. La questione della legalizzazione della cannabis è un problema persistente che, come la cannabis stessa, non scomparirà mai. La marijuana verrà legalizzata perché i suoi consumatori continueranno a lottare ancora a lungo.