
Buone notizie per i consumatori di cannabis neozelandesi. La severa legge del 1975 che regola almeno fino ad oggi il possesso e il consumo di marijuana e di prodotti derivati potrebbe finalmente andare in pensione, successivamente ad una consultazione referendaria proposta dal partito attualmente al governo, il Green Party, che vorrebbe importare nel paese il modello canadese di legalizzazione dei prodotti a base di cannabinoidi.
Mentre in Europa continua ad essere tutto o quasi fermo, sono i paesi più lontani da casa nostra a guidare la rivoluzione della legalizzazione, una rivoluzione che è partita dai paesi del Nord e del Sud America (con alcuni stati USA che hanno fatto da apripista) e che si sta diffondendo anche nel continente australiano.
Secondo le indagini condotte dalla New Zealand Drug Foundation, circa il 65% dei votanti sarebbe a favore di tale misura, che andrebbe a sostituire una severissima norma del 1975 che prevede pene fino a 3 mesi per l’uso personale e pene fino a 7 anni per la coltivazione, 8 per lo spaccio e addirittura 15 per la preparazione di derivati della marijuana, come estratti ed oli.
Pene che però, per buona pace di chi invoca norme dure contro il consumo di droghe, non hanno mai sortito gli effetti sperati dal pugno duro del legislatore. È infatti il 13,4% della popolazione neozelandese a fare uso di marijuana e derivati, con un consumo che si attesta, a livello pro-capite, al nono posto su base mondiale.
Una svolta che interessa un paese dalla legislazione particolarmente dura verso l’uso, la coltivazione e la vendita di cannabis, legislazione che non ha portato ad alcuna riduzione sul consumo delle sostanze e che si appresta, finalmente, ad andare in pensione.
A decidere saranno i cittadini, in un referendum che appare estremamente scontato nel risultato.