Ciò per cui in Italia si combatte da tanti anni, ciò per cui politici e gente comune hanno fatto scioperi della fame e cortei per le strade, in Svizzera sta per compiere un passo decisivo: recentemente, la Corte Federale di Giustizia Svizzera ha deciso di legalizzare il possesso di cannabis fino a dieci grammi.

Come dicevamo, in Svizzera si è avuta la legalizzazione per il possesso di dieci grammi: tutto questo è dovuto ad un caso intercorso nella città di Zurigo, dove uno studente, l’anno scorso, si era rifiutato di pagare una multa per essere stato trovato in possesso di otto grammi di marijuana.

In base a questo nuovo decreto, tutti gli abitanti di Zurigo e di altre città della Svizzera potranno possedere tale quantità di cannabis, considerata ad uso personale. Ci potrebbero essere tantissime motivazioni dietro una scelta del genere, ma sicuramente è controproducente e abbastanza costoso combattere l’illegalità per quantità così ridotte; inoltre, legalizzando la vendita di piccoli quantitativi di sostanza, il mercato legale interno ne giova e non poco. Tutto ciò, ovviamente, con un basso livello di THC.

E qui, però, sorge un problema di non semplice risoluzione: in che modo la polizia potrà riconoscere la differenza tra una marijuana a basso contenuto di THC ed una ad alto tasso di THC? La risposta, purtroppo, è davvero semplice: è impossibile.

E così continueranno, almeno per un periodo, a sorgere problemi di sorta, con multe che verranno comminate a giudizio dell’agente di turno. Perciò, il passo successivo sarà quello della completa legalizzazione: la Svizzera è sempre stato un Paese all’avanguardia, i suoi cittadini sono generalmente di mentalità molto aperta, e così dai sondaggi si è scoperto che l’85% della popolazione non vedrebbe di cattivo occhio il possesso di piccole o medie quantità di tale sostanza. Questo potrebbe avere ripercussioni anche in tutta la vecchia Europa, visto che già in alcuni Paesi la discussione è accesissima: in Spagna ci sono sempre problemi tra la Catalogna e il governo centrale, ma negli ultimi anni sono stati aperti i famosi cannabis social club; l’Olanda è la più all’avanguardia in questo campo, le sue mete sono gettonatissime da tutti gli stranieri.

Tutto questo dovrebbe far riflettere anche in Italia: la legalizzazione porterebbe moltissimo turismo, strutture all’avanguardia, introiti regolari e molto alti (in un anno, in Svizzera, si è stimato un aumento delle entrate di 100 milioni di euro), ma soprattutto aiuterebbe ad assestare un bel colpo alla criminalità organizzata. Certo, non debellerebbe il problema, ma sicuramente toglierebbe dalle loro mani un mercato molto ampio e fruttuoso.

Il popolo italiano è diviso da sempre su questo tema: siamo un Paese conservatore, ma i giovani, quelli nati soprattutto a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, cercano di imporre le loro idee più liberali. Chissà, magari un giorno ci riusciranno, ma per il momento rimangono solo belle idee e parole al vento. Il dato certo che rimane da questa notizia è che la Svizzera ha deciso di uscire dai canoni di un conservatorismo tradizionale e di indossare i panni della nazione progressista quale è sempre stata, compiendo un passo decisivo verso la legalizzazione di sostanze leggere (il contenuto di THC sarebbe pari all’1%), per ottenere vantaggi da subito tangibili per le casse dello Stato.

Per quanto concerne poi coloro che fanno uso terapeutico della sostanza, la Svizzera ha girato direttamente all’OMS il problema, cercando di vagliare ogni possibilità e soprattutto tentando di capire quanto bisogno dovrebbe avere un paziente di tale sostanza e per quali patologie.

In sintesi, la Svizzera sta avviando alla propria naturale conclusione un processo iniziato negli anni Ottanta, quando furono aperte le cosiddette ‘stanze del buco’, dove i tossicodipendenti potevano fare le loro cose sotto lo stretto controllo di personale adibito all’opera, in modo da evitare di morire di overdose per strada; il Paese ha sempre avuto una legislazione abbastanza leggera riguardo alle pene da propinare ai possessori di cannabis.

Sommando tutti questi fatti, appare chiaro come la legalizzazione di una quantità così grande di cannabis (10 grammi, repetita iuvant), possa portare nell’arco di qualche anno alla completa liberalizzazione del prodotto, con grossi vantaggi sia per i consumatori che, soprattutto, per i produttori.