
Gli studi sugli effetti analgesici della cannabis negli ultimi anni si sono moltiplicati. Questo ha portato alla scoperta di nuovi principi attivi dalle sorprendenti proprietà. Uno di questi è il cannabicromene. Sui suoi benefici si sa ancora poco.
Consideriamo infatti che la scoperta è avvenuta solo nel 1966! Per quel che concerne le caratteristiche, bisogna ricordare che il CBC interagisce con due specifici recettori del cervello, ossia il CB1 e il CB2.
Se assunto, però, si lega anche ai recettori della classe TRP (transient receptor potential ion channels), ed in particolare i TRPV1 e TRPA1. In tutti questi casi, si parla di recettori essenziali per la trasmissione dei segnali sensoriali.
Gli ultimi in particolare sono dei veri e propri canali di emergenza grazie ai quali vengono attivati i segnali di dolore e infiammazione. Interessante oltre a ciò è ricordare che il cannabricromene combatte i fenomeni infiammatori senza però attivare i recettori dei cannabinoidi.
Studi sul CBC
Proprietà antibatteriche
Uno dei primi studi sulle sue proprietà è stato pubblicato nel 1981. Condotto da un’equipe di ricercatori dell’Università del Mississippi, ha portato in evidenza l’efficacia del cannabicromene dal punto di vista antibatterico.
Questo cannabinoide risulterebbe particolarmente efficace quando si ha a che fare con gram positivi e gram negativi di alcuni batteri molto diffusi, in primis lo stafilococco.
Ma i vantaggi di questo principio attivo della cannabis non finiscono certo qui!
Proprietà antimicotiche
Il cannabicromene, infatti, si è dimostrato valido anche contro diversi funghi. La sua efficacia si è vista in particolare nei confronti dell’Aspergillus niger, una delle più note muffe alimentari.
Gli effetti antinfiammatori di questo cannabinoide sono degni di particolare attenzione. Per quale motivo? Per il semplice fatto che, oltre a concretizzarsi senza l’attivazione del recettore dei cannabinoidi, sono più forti se il CBC è combinato con altri metaboliti, in primis il THC.
Trattamento dell’acne
Le sue potenziali applicazioni in medicina sono davvero tante: uno studio recente ha sottolineato la sua efficacia nel trattamento dell’acne. Pubblicata sulle pagine del Journal of Experimental Dermatology, questa ricerca pone l’attenzione sulla riduzione della quantità di sebo nella pelle provocata dal cannabricromene.
Il principio attivo in questione, meno conosciuto rispetto ad altri ma ricco di proprietà benefiche, sarebbe inoltre in grado di ridurre la quantità di acido arachidonico sulla pelle.
Trattamento del dolore
Per quanto riguarda gli effetti che può avere sul dolore, gli studi sono ancora in corso ed è decisamente troppo presto per parlare di conclusioni definitive.
Gli esperti, come già detto, sono aperti a qualsiasi sviluppo della ricerca in questo caso e si stanno concentrando in particolare sugli effetti relativi al dolore da infiammazione, il che può rivelarsi una potenziale miniera di soluzioni per gli effetti di patologie invalidanti come l’artrite.
Promuoverebbe la neurogenesi
Conclusioni ben più interessanti – per certi versi esaltanti – sono però legate agli effetti del cannabicromene sul tessuto cellulare nervoso. Secondo alcune ricerche, questo principio attivo della cannabis sarebbe in grado di promuovere la neurogenesi.
Questo cosa significa? Che la cannabis terapeutica ha delle applicazioni potenzialmente molto interessanti nella prevenzione di patologie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson. A fare sperare bene in proposito ci pensa uno studio del 2013, che ha preso in esame gli effetti del CBC su un gruppo di topi.
Antidepressivo
Un’altra ricerca, condotta sempre da un team di esperti dell’Università del Mississippi, ha portato alla luce gli effetti del CBC sulle cavie dal punto di vista dei risultati negli stress test, che risultano decisamente migliori.
Dove si trova questo cannabinoide?
Ora non rimane che capire quali siano le varietà di cannabis con il più alto contenuto di CBC. Diverse ricerche effettuate dagli anni Settanta ad oggi, hanno dimostrato che questo cannabinoide è presente in quantità molto interessanti nei ceppi provenienti dall’India.
Nei campioni studiati dagli esperti, il CBC è stato trovato in quantità superiori rispetto al CBD, un altro cannabinoide senza dubbio più conosciuto e anch’esso caratterizzato da proprietà benefiche molto particolari.
Il CBC, inoltre, si trova in maggior quantità nelle piante più giovani.
Non c’è che dire: gli sviluppi degli studi sul cannabicromene meritano di essere tenuti d’occhio. Come ricorda il dottor Xia Jiang, uno dei primi scienziati a studiare gli effetti terapeutici della cannabis, abbiamo a che fare con una sostanza che, a differenza delle cosiddette “droghe d’abuso”, favorisce la neurogenesi.
Ecco perché i suoi principi attivi possono rivelarsi potenzialmente decisivi per la salute umana e per malattie che, al giorno d’oggi, rendono la terza età e le patologie ad essa legate davvero difficile.