Cannabis e chemioterapia

Cannabis terapeutica e chemioterapia

Da diverso tempo a questa parte, sono in corso degli studi incentrati sull’utilizzo della cannabis per il trattamento del cancro. Sono numerose le ricerche che hanno dimostrato come i cannabinoidi siano in grado di aggredire le cellule cancerogene, provocandone la distruzione.

La relazione tra cannabis e cancro, in poche parole, si fa sempre più forte. Da sottolineare in questi anni è senza dubbio la scoperta, a dir poco decisiva, del sistema endocannabinoide.

Da quando siamo a conoscenza della sua esistenza, la scienza è in grado di comprendere gli effetti dei composti della cannabis su diverse parti dell’organismo umano.

Fondamentale, quando si parla di questo argomento, è fare cenno agli efficacissimi effetti anti tumorali di cannabinoidi come il THC e il CBD. Metaboliti della cannabis più noti di altri, sono molto diversi tra loro.

Il primo, infatti, è noto per i suoi effetti psicoattivi, che non ritroviamo invece nel secondo.

Un altro importante argomento da considerare riguarda il fatto che, sempre secondo risultati scientifici attendibili, la cannabis è in grado di alleviare alcuni degli effetti collaterali tipici della chemioterapia.

Cannabis terapeutica e chemioterapia

Conosciamo meglio la chemioterapia

Entriamo ora nello specifico delle caratteristiche della chemioterapia, l’approccio convenzionale per il trattamento del cancro. La terapia si concretizza grazie a specifici farmaci, che agiscono uccidendo le cellule del tumore. Per dare qualche riferimento storico, ricordiamo che la comunità scientifica internazionale ha iniziato a parlare di chemioterapia attorno agli anni ‘40. I primi farmaci utilizzati furono degli antagonisti dell’acido folico.

Alla base di tutto questo, però, c’è molto di più. La storia della chemioterapia è infatti legata allo studio, da parte di due farmacologi, delle potenziali applicazioni terapeutiche di agenti utilizzati nella guerra chimica nel corso del primo conflitto mondiale.

Ovviamente da allora le cose sono cambiate molto e la ricerca si è evoluta notevolmente. Sono numerosi i farmaci chemioterapici oggi disponibili e somministrati ai pazienti. Alcuni di essi, vengono utilizzati in combinazione tra loro.

La chemioterapia, molto spesso, viene associata ad altri approcci terapeutici. Uno dei più efficaci è senza dubbio la radioterapia.

L’approccio appena descritto è al giorno d’oggi il più valido, anche se non è esente da problemi.

I farmaci chemioterapici, infatti, coinvolgono anche le cellule sane del corpo. Ad essere colpite in particolare sono quelle del sangue, della bocca, del sistema digestivo e dei capelli.

Questa situazione ha dato un forte impulso alla ricerca che, ormai da tempo, si sta concentrando sugli effetti di estratti a base di THC e CBD, con l’obiettivo di arrivare ad uccidere in maniera mirata le cellule cancerogene, evitando effetti collaterali fastidiosi come ulcere alla bocca e perdita di capelli.

Come la cannabis può aiutare in caso di cancro

Come appena specificato, sembra che la cannabis sia in grado di agire contro gli effetti collaterali della chemioterapia.

Non è un caso che numerosi farmaci ad essa legati siano in commercio da tempo. Un esempio celebre è la somministrazione di cannabinoidi sintetici come Dronabidol e nabilone, utilizzati per alleviare gli effetti emetici della chemioterapia.

Questi farmaci sono modellati sul THC, il cannabinoide psicoattivo della cannabis. Degli effetti positivi dei cannabinoidi per quanto riguarda la riduzione degli esiti emetici causati dalla chemioterapia si parla da tempo.

A dimostrarlo ci pensano diversi articoli scientifici, tra i quali è il caso di ricordare uno pubblicato nel 2001 sulle pagine del British Medical Journal. Cosa dice di preciso? Semplicemente che, secondo le ricerche effettuate dagli autori, i cannabinoidi risultano più efficaci nella riduzione di episodi di nausea e vomito di quanto non lo siano farmaci formulati effettivamente con obiettivi anti emetici.

I ricercatori, inoltre, concludono che i cannabinoidi possono essere utilizzati come coadiuvanti per il miglioramento dell’umore.

Cannabis e trattamento in chemioterapiaProve sull’efficacia della cannabis nel trattamento dei tumori

Le prove relative all’efficacia della cannabis nel trattamento dei tumori e degli effetti collaterali della chemioterapia non si limitano a quanto appena ricordato. Da rammentare è anche il fatto che l’Istituto Nazionale Statunitense per i Tumori ha sottolineato come gli effetti della cannabis e dei cannabinoidi siano stati studiati in laboratorio, concludendo che si tratta di soluzioni valide per il sollievo da dolori, nausea e vomito.

I principi attivi della cannabis, inoltre, agiscono anche contro episodi di ansia e perdita di appetito.

Da specificare, inoltre, è l’ufficializzazione dell’interesse in merito al rapporto tra cancro infantile ed effetti della cannabis.

Al centro dell’attenzione c’è il THC che, secondo quanto concluso da diverse ricerche internazionali, agisce sui recettori dei cannabinoidi localizzati nel cervello e aventi un ruolo fondamentale nel controllo della nausea e del vomito.

Il quadro appena descritto, senza dubbio positivo, si scontra con una generale arretratezza del legislatore.

Giusto per dare qualche informazione generale, ricordiamo che, negli USA, la marijuana è illegale a livello federale. Alcuni Stati, però, stanno adottando dei cambiamenti a livello locale, consentendone la somministrazione a fronte di specifiche condizioni mediche.

I benefici, come già specificato, sono numerosi. La cannabis, per esempio, agisce aumentando l’appetito dei pazienti in chemioterapia.

Da non dimenticare è anche il suo ruolo nel controllo del dolore. Per capire meglio come vanno le cose da questo punto di vista, dobbiamo rammentare che i recettori dei cannabinoidi sono localizzati nel cervello, ma anche nel midollo spinale e nelle terminazioni nervose.

Degni di nota sono anche i loro effetti antinfiammatori, che possono contribuire ad alleviare il dolore.

Diversi studi sugli animali dimostrano inoltre che i cannabinoidi sono in grado di prevenire diversi problemi nervosi, come per esempio dolore, intorpidimento, episodi di formicolio e gonfiore.

Ovviamente si parla sempre di effetti negativi provocati dai farmaci chemioterapici.

Non c’è che dire: sebbene sia ancora illegale in molti Stati del mondo, la cannabis ha un potenziale scientifico enorme per quanto riguarda il trattamento di diverse condizioni gravi, come appunto gli effetti collaterali della chemioterapia.

Valida soluzione naturale per chi sta affrontando il percorso, senza dubbio molto difficile, della cura del cancro, la cannabis è per fortuna al centro dell’attenzione mondiale per quanto riguarda la ricerca, che sta approfondendo sempre di più i suoi effetti sull’organismo.