Cannabis medica e trattamento del disturbo ossessivo compulsivo

Disturbo ossessivo compulsivo

L’assunzione di cannabis può rivelarsi decisiva nel trattamento di diverse condizioni patologiche e di alcuni disturbi. In questo novero rientra anche il disturbo ossessivo compulsivo, che interessa la salute mentale.

Conosciamo meglio il disturbo ossessivo compulsivo

Anziano con disturbo ossessivo compulsivoIl disturbo ossessivo compulsivo, noto anche con la sigla OCD (utilizzata spesso nelle pubblicazioni scientifiche), è un disturbo mentale. Chi ne soffre palesa sintomi che si concretizzano soprattutto in pensieri assillanti e nella messa in atto di comportamenti ripetitivi, ossessivi appunto. La condizione appena descritta è legata a filo doppio all’ansia.

In generale si manifesta durante l’adolescenza. Le evidenze cliniche, però, ricordano che può insorgere anche ad altre età e che colpisce in maniera indifferente donne, uomini e soggetti in età infantile.

Per dare qualche numero in merito, ricordiamo che si stima che i soggetti che soffrono di disturbo ossessivo compulsivo siano circa 12 su 1000. Si tratta di poco più dell’1% della popolazione UK.

In alcuni casi si parla di forme leggere. In altri, invece, di condizioni pesanti che possono risultare invalidanti e compromettere la qualità della vita quotidiana.

Nel novero dei sintomi, è possibile ricordare la ripetizione ossessiva di rituali, ma anche la paura di essere contaminati.

Queste manifestazioni, come già detto, possono incidere in maniera molto rilevante sulla qualità della vita quotidiana di chi ne soffre. Per capire fino a che punto, basta pensare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il disturbo ossessivo compulsivo come una delle condizioni più disabilitanti al mondo.

Questa condizione è molto più complessa rispetto a quello che si pensa. I luoghi comuni, infatti, dipingono la persona affetta di disturbo ossessivo compulsivo come un soggetto che si lava le mani più e più volte al giorno, oppure che accende la sigaretta continuamente.

La situazione è ben più articolata. La vita di un ossessivo compulsivo è infatti costellata di preoccupazioni e paure assillanti. Il soggetto che soffre di OCD si sente continuamente minacciato e mette in atto i comportamenti ossessivi proprio con l’obiettivo di scongiurare tali minacce.

Le cause dietro a questo disturbo sono per ora ignote. Alcune correnti di ricerca, affermano che la storia familiare della singola persona abbia un ruolo fondamentale. Diversi studi, inoltre, hanno notato come spesso, chi soffre di OCD, ha delle aree del cervello caratterizzate da un’attività particolarmente anomala, soprattutto per quanto riguarda la produzione di serotonina.

Per quel che concerne il trattamento, una delle principali soluzioni è la terapia psicologica, in particolare la psicoterapia cognitivo comportamentale.

Cannabis per il trattamento del disturbo ossessivo compulsivo

Quando si parla di disturbo ossessivo compulsivo e del ricorso alla cannabis per trattarlo, è utile chiamare in causa un aneddoto del 2008. In quell’anno, un gruppo di ricercatori tedeschi ha scritto al comitato editoriale dell’American Journal of Psychiatry. L’obiettivo principale era quello di presentare uno studio dedicato al ruolo delle molecole di cannabis nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo.

Nello specifico, lo studio in questione documentava due casi, con pazienti che palesavano miglioramenti a seguito della somministrazione di Dronabinol, ossia una versione artificiale del THC, il metabolita psicoattivo della cannabis.

Il primo dei due casi riguardava la cosiddetta signora L., una donna di 38 anni ricoverata con sintomi di depressione e di disturbo ossessivo compulsivo.

Secondo quanto riportato nello studio, alla donna erano stati somministrati farmaci antidepressivi. La suddetta paziente, inoltre, era stata trattata con sedute di terapia cognitivo comportamentale.

In nessun caso è stato possibile parlare di risultati positivi. In seguito, venne alla luce che, fumando cannabis, la donna otteneva dei miglioramenti per quanto concerne la sintomatologia del disturbo ossessivo compulsivo.

Questa evidenza portò ad aumentare il trattamento con dronabinol. Cosa comportò questo approccio terapeutico? La diminuzione drastica dei sintomi nel giro di dieci giorni.

Il secondo “protagonista” di questo studio fondamentale per capire l’efficacia della cannabis nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo è noto come signor K.

Uomo di 36 anni, presentava una diagnosi di schizofrenia e di disturbo ossessivo compulsivo. Secondo quanto si legge nello studio tedesco, il soggetto era stato ricoverato in seguito alla manifestazione di sintomi psicotici.

Cannabis terapeutica e disturbo ossessivo compulsivoIl paziente in questione, sempre sulla base dei dati riportati dallo studio, era stato trattato con farmaci anti psicotici e antidepressivi, ma anche con l’elettroshock. I trattamenti in questione non si sono rivelati efficaci per quanto riguarda l’eliminazione dei sintomi.

Le cose a quanto pare sono cambiate a seguito della somministrazione di dronabinol, associato all’assunzione di clomipramina e clozapina. Secondo quanto specificato dagli scienziati tedeschi nel 2008, questo cocktail di farmaci ha permesso di arrivare, in circa due settimane, a una diminuzione forte della sintomatologia legata al disturbo ossessivo compulsivo.

Nello studio, inoltre, si legge che l’OCD è da associare a un’eccessiva attività glutamatergica e che i cannabinoidi sarebbero in grado di inibire il rilascio di acido glutammico nel sistema nervoso centrale.

Si ricorda inoltre che i recettori CB1 del sistema endocannabinoide si trovano in grandi quantità nei corpi striati, ossia le aree del cervello più colpite in chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo. Per provare l’efficacia della cannabis nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo, sono stati effettuati diversi studi anche sugli animali.

Uno dei più celebri è stato riportato sulle pagine della rivista Behavioural Pharamcology e riporta dei risultati interessanti riguardanti la somministrazione di CBD ad alcune cavie, sottoposte al test di marble burying (procedura che misura la tendenza a seppellire oggetti) per simulare un comportamento ossessivo compulsivo molto diffuso tra gli animali.

Cosa è venuto fuori? Che il cannabidiolo ha svolto un ruolo fondamentale nella riduzione del numero di oggetti seppelliti.

I ricercatori, inoltre, hanno notato che gli effetti del CBD erano visibili anche dopo diversi giorni dalla prima somministrazione.

Ora come ora, è troppo presto per parlare della cannabis come di una soluzione definitiva per il trattamento del disturbo ossessivo compulsivo.

Di positivo c’è il fatto che la sensibilità, anche da parte dei legislatori, sta cambiando. Ciò è ottimo in quanto si aprono più possibilità per la ricerca e per la messa a punto di terapie efficaci contro una condizione disagevole come il disturbo ossessivo compulsivo.

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