Ci sono moltissime diete oggigiorno che fanno sì che una persona riesca a perdere quei pochi chili che bastano per essere contenti, o per mantenere sotto controllo il proprio peso forma.
I fumatori di erba sembrano avere un piccolo vantaggio per quanto riguarda questa questione: molti studi hanno infatti rivelato che coloro che consumano cannabis pesano generalmente di meno, sono più magri ed hanno minori dimensioni del loro girovita, a differenza dei non-consumatori.
Ad avvalorare ancora di più questa tesi vi è un recente studio condotto da ricercatori dell’Università del Nebraska su circa 5000 pazienti adulti.
Ironicamente, per via della famigerata fame chimica, i consumatori di cannabis assumono 600 calorie in più al giorno rispetto ai non fumatori. Nonostante ciò, questo non influirebbe sull’indice di massa corporea.
Lo studio condotto dai ricercatori dell’Università del Nebraska è stato effettuato su 4600 adulti tenendo tenendo come indicatori il loro livello di colesterolo e zucchero nel sangue, ed il loro girovita.
Tenendo in considerazione anche fattori come il sesso, l’età, il consumo di alcolici e di tabacco, gli studi hanno rivelato che il 12% di questi adulti, che attualmente consumavano cannabis, aveva una ridotta dimensione della vita, con ottimi livelli di insulina e colesterolo nel sangue.
Il 42% dei partecipanti ha confermato l’aver usato cannabis in passato e, seppure i risultati in termini di livelli di insulina e colesterolo e diametro della vita fossero meno entusiasmanti di quelli che riguardavano il 12%, mostravano molte similitudini.
Nonostante gli scienziati non siano ancora in grado di spiegare perché il consumo di cannabis influisca così tanto sui livelli di insulina e sul diabete, essi hanno comunque notato che la cannabis ha proprietà anti-infiammatorie, effetti neuro-protettivi ed aiuterebbe a metabolizzare meglio i carboidrati: tutti questi benefici sono resi possibili dagli endocannabinoidi.
Gli endocannabinoidi ed i loro recettori sono presenti in tutto il corpo: nel cervello, negli organi, nei tessuti connettivi, nelle ghiandole e nelle cellule immunitarie. In ogni tessuto il sistema cannabinoide svolge diversi compiti, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: l’omeostasi, il mantenimento di un ambiente interno stabile, ovvero il mantenere un equilibrio all’interno del corpo umano nonostante le avversità e la mutabilità dell’ambiente esterno.
I cannabinoidi promuovono l’omeostasi a tutti i livelli della vita biologica, dal sub-cellulare all’intero organismo.
Questi risultati indicano ciò che potrebbe eventualmente diventare uno dei tanti casi di ricerca medico-scientifica atti a difendere l’uso della cannabis terapeutica.
L’obesità è diventata incredibilmente comune: basti pensare che più di un terzo degli adulti americani rientrano in questa categoria. Il diabete non è molto lontano, con quasi 90 milioni di persone attualmente in diagnosi con la condizione.
In Italia registriamo un livello di diabete diffuso per il 5% della popolazione, mentre più del 35% della popolazione è in sovrappeso.
Mentre alcuni studi suggeriscono che l’uso di marijuana può essere più efficace come una misura preventiva piuttosto che un trattamento, un regime a base di cannabinodi a basse dosi, secondo questi studi, può essere utile per un ampio spettro di persone in combinazione anche con una corretta dieta ed un corretto stile di vita.