
Quando si parla di leucemia, si inquadra un tipo di cancro che coinvolge le cellule del sangue. Diffuso soprattutto tra i soggetti in età infantile (è ufficialmente il cancro più frequente tra i bambini), secondo i numeri della Leukemia and Lymphoma Society ha colpito circa 173.000 persone in questo 2017 quasi alla fine (si tratta di stime riguardanti la popolazione USA).
I tassi di sopravvivenza cambiano a seconda della tipologia specifica di tumore. Per fare un esempio, ricordiamo che per il linfoma di Hodgkin si parla dell’89%. In caso di mieloma, invece, il tasso di sopravvivenza corrisponde al 50%.
Diverse ricerche effettuate in questi anni hanno portato alla luce il ruolo della cannabis come alternativa ai trattamenti contro la leucemia, come per esempio la chemioterapia.
Continuando a descrivere le caratteristiche del tumore, specifichiamo che a essere colpito è il tessuto cellulare che forma il sangue. Il tessuto in questione comprende anche il midollo osseo e il sistema linfatico.
In generale, la leucemia tende a colpire i globuli bianchi. Queste cellule ricoprono una funzione molto importante, in quanto aiutano il corpo a combattere le infezioni. Create dal midollo osseo, entrano poi nel flusso ematico.
Quando sopraggiunge la leucemia, assistiamo a una loro proliferazione anomala. In situazioni del genere, si palesano diversi problemi, come per esempio la mancanza di ossigeno dovuta al minor numero di globuli rossi e le criticità riguardanti la coagulazione, causate in particolare dalla penuria di piastrine.
I sintomi della leucemia possono comprendere le seguenti manifestazioni
- Febbre e brividi
- Stanchezza persistente
- Aumento delle infezioni
- Perdita di peso non legata alla dieta
- Ingrossamento inspiegabile dei linfonodi
- Frequenti emorragie
- Comparsa di macchioline di colore rosso-violaceo sulla cute, conosciute con il nome di petecchie
I pazienti affetti da leucemia, inoltre, lamentano frequenti episodi di sudorazione, soprattutto notturna. Nel novero dei sintomi va compresa anche l’insorgenza di dolori ossei. Sulla causa della leucemia è ancora aperto il dibattito scientifico. C’è chi le riconduce a fattori genetici e chi, invece, chiama in causa quelli ambientali.
In linea di massima, la leucemia viene trattata con la chemio, ma anche con radiazioni e trasfusioni di sangue. Si tratta in molti di casi di terapie efficaci. Come ricorda l’American Cancer Society, 2 pazienti su 3, dopo questi approcci terapeutici, sperimentano una regressione del cancro.
Fondamentale è ricordare che sono comunque trattamenti molto invasivi. La chemioterapia, infatti, attacca le cellule malate ma intacca anche quelle sane. Questo comporta degli effetti collaterali notevoli. Un esempio frequente riguarda l’incapacità di produrre cellule staminali, motivo per cui, molto spesso, si ricorre al trapianto.
Cannabis come terapia alternativa contro la leucemia
La cannabis e i suoi principi attivi sono oggetto di attenzione crescente da parte di chi fa ricerca per trovare terapie alternative alla chemio contro il cancro. Ovviamente i primi a dimostrare interesse sono i pazienti affetti dal tumore.
Per dare qualche data, ricordiamo che le prime ricerche riguardanti il ruolo dei cannabinoidi nel trattamento delle leucemie risalgono al 1987. In quegli anni, alcune equipe scientifiche hanno scoperto che il THC in particolare è in grado di inibire la proliferazione delle cellule leucemiche.
Risale al 2005 uno studio che ha portato alla luce la sua capacità, anche a fronte della somministrazione di dosi contenute, di provocare l’apoptosi, ossia la morte programmata delle cellule cancerogene.
L’anno seguente, è stato dimostrato che il CBD, ossia il metabolita non psicoattivo della cannabis, ha i medesimi effetti sulle cellule umane in vivo.
Più recente, risalente nello specifico al mese di maggio 2017, è invece uno studio pubblicato sul Journal of Oncology. Condotto da un’equipe di scienziati della St George’s University di Londra, ha esaminato gli effetti simultanei di THC e CBD associati alla chemioterapia.
Cosa hanno portato alla luce i risultati? Che i due metaboliti della cannabis possono essere somministrati assieme ai farmaci chemioterapici, con effetti positivi riguardanti la lotta contro le cellule tumorali.
Gli esiti si sono rivelati particolarmente decisivi nei casi in cui i cannabinoidi sono stati somministrati dopo la chemioterapia.
Questo studio, come tanti altri, si basa su colture in laboratorio di cellule animali, motivo per cui è ancora il caso di andare molto cauti quando si parla di cannabis come trattamento alternativo per la cura delle leucemie e di altri tumori.
In generale, si tende a considerare la cannabis come un trattamento interessante contro il cancro per via della sua tendenza a colpire unicamente le cellule malate, preservando invece quelle sane e minimizzando di conseguenza gli effetti collaterali. Uno studio del 2009, eseguito prendendo in esame alcune colture di cellule tumorali cerebrali, ha inoltre portato in evidenza che la terapia con i cannabinoidi non comporta alcun effetto tossico per l’organismo dei pazienti che la scelgono.
I risultati sopra citati sono senza dubbio confortanti, ma non sufficienti per trarre conclusioni definitive. Adesso, dopo diversi decenni di ricerche incentrate sulle cellule animali coltivate in laboratorio, è arrivato il momento di fare un passo in più, sperimentando gli effetti della cannabis e dei suoi metaboliti su pazienti umani, ovviamente in maniera controllata.
Questo non è sempre facile, dal momento che, ancora oggi, c’è molta diffidenza attorno all’efficacia della cannabis terapeutica, dovuta soprattutto alla cattiva informazione e all’ostruzione normativa di diversi Paesi nel mondo.
Ci sono quindi numerosi passi da fare ma tanti sono stati già fatti e riguardano principalmente i provvedimenti di legalizzazione, che aprono la strada agli effetti positivi della cannabis su diverse patologie e, ovviamente, anche alla ricerca contro il cancro e all’impegno per trovare terapie prive di effetti collaterali.