La cannabis può aiutare il trattamento di emicrania?

L'utilizzo di cannabis può aiutare nel trattamento di emicranie

La cannabis è stata usata per centinaia di anni per trattare l’emicrania, e recenti studi mostrano che può essere ancora usata oggigiorno per questo scopo.

Numerose ricerche nel corso degli anni hanno permesso agli scienziati di dimostrare numerosi usi della cannabis in ambito terapeutico; tuttavia, alcune incertezza permangono per quanto riguarda una patologia molto diffusa tra la popolazione mondiale, ovvero l’emicrania.

Ci sono moltissimi aneddoti di persone che usano marijuana per trattare l’emicrania, ma c’è almeno qualche ricerca che dimostri che queste voci siano vere?

In questo articolo vedremo cosa causa l’emicrania, come la marijuana può aiutare coloro che soffrono di emicrania, e cosa ci dicono attualmente le ricerche scientifiche riguardo l’utilizzo di questa pianta nei trattamenti medici.

Cos’è l’emicrania?

L’emicrania è una patologia cronica che provoca continue cefalee. Il mal di testa provocato dall’emicrania è molto più forte di un normale mal di testa; il dolore che si sente è di gran lunga più intenso e più duraturo. Un mal di testa da emicrania può durare dalle 6 alle 70 ore. Tra i sintomi riscontriamo una elevata sensibilità alla luce e agli odori, senso di nausea e vomito.

EmicraniaPer molte persone l’emicrania è così destabilizzante che costringe loro a non uscire di casa, chiudersi in una stanza buia e silenziosa e attendere che i sintomi vadano via.

Le possibili cause dell’emicrania, da caso a caso, includono: fonte di luce troppo luminosa, stress, fame, allergie, rumori forti, mancanza di sonno, bevande alcoliche, fumo di tabacco, disidratazione, cibi con grassi saturi.

L’emicrania colpisce circa il 15% degli italiani di età compresa tra i 15 e i 50 anni, e tende ad essere più comune nelle donne.

Storia della marijuana terapeutica usata per l’emicrania

La storia della cannabis usata per curare l’emicrania ci riporta indietro di tantissimo tempo: nel 200 a.C. scrittori cinesi documentano l’utilizzo di questa pianta per la cura di emicranie da parte dell’imperatore Shen Nung. Questo fu il primo uso documentato nella storia di marijuana terapeutica.

Shen Nung imperatore della Cina
Il leggendario imperatore cinese Shen Nung in un famoso ritratto

Nel 2013, uno studio intitolato “Cannabinoidi e allucinogeni per i mal di testa” (consultabile a questo link) gli autori parlano di un utilizzo di marijuana in preparati per trattare il mal di testa già nel 400 a.C.

Nel XII secolo, un filosofo tedesco chiamato Hildegard Von Bingen scrisse riguardo la cannabis, nella sua opera Physica, “Chiunque soffra di mal di testa può ingerire la marijuana e i dolori alla testa saranno ridotti. Colui che si sente bene, invece, non dovrebbe essere danneggiato dall’utilizzo di questa sostanza”.

Studi sulla marijuana terapeutica

Lo stato della ricerca scientifica sulla cannabis è molto avanzato negli ultimi anni grazie alla sempre più crescente accettazione nel mondo di questa pianta come medicinale. Gli scienziati hanno evidenziano che la marijuana può trattare moltissime patologie, dai dolori cronici al glaucoma, dalla depressione alle crisi epilettiche.

Ci sono comunque pochissimi studi che dimostrino il trattamento di emicranie da parte della cannabis. D’altro canto, l’evidenza che la cannabis possa essere usata per questo scopo nasce da moltissime segnalazioni di casi e sondaggi su pazienti.

Per esempio, un report del 2009 del giornale scientifico Headache (consultabile qui: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19220500) descrive un caso di un uomo i quali sintomi scompaiono dopo soli 5 minuti dall’assunzione di marijuana.

Un sondaggio (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26015168) effettuato dall’Oakland Cannabis Buyers Club, effettuato su 2500 pazienti, rivela come il 5% di essi la usino esclusivamente per il trattamento di emicrania.

Il primo studio formale su marijuana ed emicranie

Il primo studio formale sulla cannabis come trattamento per emicranie viene pubblicato nel 2016 da Pharmacotherapy, ed è consultabile interamente qui. I risultati hanno finalmente acceso uno spiraglio sulla questione.

Lo studio tiene d’occhio 121 pazienti adulti lungo il periodo che va dal Gennaio 2010 al Settembre 2014. Tutti i soggetti erano pazienti a cui era stata prescritta marijuana terapeutica, e lo studio ha rilevato che dopo un regolare consumo di cannabis, la frequenza di emicranie era diminuita dal 10.4 al mese al 4.6 al mese – una significativa differenza.

Molti pazienti hanno usato più di un metodo di consumazione, e i dosaggi e le frequenze di assunzione erano tutti riportati dai pazienti. La media mensile in termini di dosaggio per paziente era di 74 grammi (vaporizzata), 73 grammi (assunta tramite edibili) e 45 grammi (fumata).

Lo studio ha inoltre rilevato che alcuni metodi di consumazione erano migliori di altri per il trattamento di emicranie. La vaporizzazione o il fumare erano preferiti da molti pazienti perché è più semplice monitorare le quantità assunte, ma anche per la rapidità di assunzione e manifestarsi degli effetti. Gli edibili, d’altro canto, venivano preferiti di meno per via della difficoltà nel dosare i cibi e per via del tardivo manifestarsi degli effetti.

Questo studio è molto promettente, e irrompe definitivamente in un’area della ricerca medica i cui studi nel corso degli anni erano stati sottovalutati. Come passo successivo per le future ricerche, i medici e gli scienziati suggeriscono un esperimento clinico simile al precedente che però si basi sull’effetto placebo. Ad oggi, vi sono stati molti esperimenti e molte prove condotte sulla cannabis come trattamento per emicranie. Tuttavia, aneddoti, storie ed esperienze collezionate da pazienti e scienziati dimostrano nettamente che la marijuana può essere, senza ombra di dubbio, effettiva come cura.

Come la cannabis aiuta la cura di emicranie

Il modo in cui la cannabis aiuta la cura dei sintomi dell’emicrania è tutto da riferirsi al sistema endocannabinoide, ovvero uno dei maggiori sistemi biologici del corpo umano. Questo sistema è presente in tutti gli essere vertebrati, ma studi dimostrano che questo sistema abbia antichissime origini, poiché presente in alcuni reperti fossili di specie di pesce risalenti a milioni di anni fa, e si sia evoluto nel corso dei millenni.

Negli umani, il sistema endocannabinoide è composto dai cannabinoidi prodotti in maniera naturale dal corpo umano (dunque endocannabinoidi) e dai recettori ai quali essi si legano (CB1 e CB2). Questi recettori si trovano ovunque, non solo nel cervello umano ma anche in molti tessuti e organi.

Il ruolo del sistema endocannabinoide è quello di regolare le funzioni vitali come il sonno, la sensibilità al dolore, la memoria, la temperatura corporea, e i movimenti.

In accordo con molti studi, quando i recettori CB1 sono attivati, essi causano un rilascio di dopamina, che può essere molto utile per i mal di testa. Essi inoltre inibiscono il rilascio di altri vari neurotrasmettori, fra i quali la serotonina.  I recettori CB2 non sono invece psicoattivi, ma sono responsabili degli effetti analgesici ed anti-infiammatori che  giocano anche un ruolo importante nel trattamento dei sintomi dell’emicrania.

I cannabinoidi presenti nella marijuana imitano i cannabinoidi del corpo umano e presentano gli stessi effetti dei recettori CB1 e CB2. I pazienti che soffrono di emicrania cronica risultano essere molto carenti di anandamide (termine che deriva dal sanscrito ‘ananda’, beatitudine interiore), che è il più importante endocannabinoide del corpo umano.

Tramite il consumo di cannabis, i pazienti possono aumentare l’attiva del sistema endocannabinoide, che teoricamente ferma l’emicrania. Per questo motivo, è stato suggerito che l’emicrania, ed altre malattie neurologiche, non siano altro che una mancanza di cannabinoidi all’interno dell’organismo.

Il ruolo di THC e CBD nell’emicrania

Ci sono 60 differenti cannabinoidi nella marijuana, ma coloro che attraggono maggiormente l’attenzione sono il THC ed il CBD. Il THC è la componente psicoattiva primaria della cannabis, ha una struttura molecolare simile all’anandamide, e pertanto si lega facilmente ai recettori cannabinoidi presenti nel nostro sistema.

I ricercatori hanno scoperto che il THC aumenta i livelli di dopamina e previene il rilascio di serotonina, contribuendo al rimettere in equilibrio i due neurotrasmettitori.

D’altro canto, il CBD non è psicoattivo ma possiede proprietà anti-infiammatorie e analgesiche, che lo rendono di significante interesse come medicinale. Queste proprietà difatti si pongono come un potenziale trattamento per l’emicrania.

Il ruolo della serotonia nell’emicrania

I cannabinoidi possono bloccare il rilascio di serotonina durante un attacco di emicrania, fornendo un ulteriore motivo perché vi sia fiducia nell’efficacia della cannabis e nell’utilizzo della stessa come medicinale per il trattamento di questa patologia neurologica.

Nonostante non vi siano abbastanza studi che dimostrino quest’efficacia, molte esperienze di pazienti ed esperti ed altrettante testimonianze di utilizzi nel corso della storia, la cannabis è stata usata ed è usata per lo scopo di eliminare i sintomi delle emicranie.

Ora che la cannabis è più accettata su larga scala come medicinale, i ricercatori hanno iniziato a scoprire molte evidenze dei benefici di questa pianta come trattamento per l’emicrania.

Per essere sempre aggiornato sugli studi della cannabis in ambito medico-curativo consulta la sezione riguardante la cannabis terapeutica!