Un recente studio inglese ha portato alla luce il ruolo del CBD, cannabinoide non psicoattivo della cannabis, nella riduzione della pressione sanguigna sistolica. Questo risultato suggerisce che il cannabidiolo, già utilizzato per trattare il dolore cronico e come antipsicotico, può essere efficace anche nella prevenzione delle patologie cardiovascolari.

Realizzato da un’equipe di esperti attiva presso l’Università di Nottingham e pubblicato su JCI Insight, lo studio ha messo a confronto gli effetti sul sistema cardiovascolare dell’assunzione di 600 mg di cannabidiolo con quelli di un placebo. Gli autori hanno preso in esame un campione di 9 adulti di sesso maschile (età media 24 anni).

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Il lavoro si è basato sul monitoraggio di diversi dati cardiovascolari, tra i quali è possibile ricordare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. Le misurazioni in merito sono state prese sia con i partecipanti in situazione di riposo, sia in momenti dedicati all’esecuzione di stress test dopo circa due ore dall’assunzione di cannabidiolo.

I risultati dello studio hanno evidenziato come il CBD sia in grado di ridurre la pressione ematica sistolica di circa 6 mmHg durante test sotto sforzo. Per quanto riguarda la riduzione notata prima e dopo la sua esecuzione, si può parlare di circa 5 mmHg.

Cosa si intende per pressione sistolica? Con questa definizione, si inquadra la pressione del sangue nella fase del battito cardiaco. In un soggetto sano, i valori in merito devono mantenersi sotto i 120 mmHg. Nei casi in cui i parametri superano i 140 mmHg, si può parlare a ragione di pressione troppo alta.

Le conclusioni dello studio ricordano che, con un’unica somministrazione di CBD, è possibile ridurre la pressione ematica sistolica sia in condizioni normali, sia durante e dopo l’esecuzione di stress test fisici.

Questo effetto benefico si aggiunge alla già ricordata efficacia analgesica. Gli autori dello studio hanno inoltre riscontrato che il CBD è in grado di ridurre il rischio di ictus e di aumentare la frequenza cardiaca di circa 7 battiti al minuto.

Il cannabidiolo è stato oggetto negli anni di diverse ricerche. Alcune di queste hanno individuato l’efficacia del CBD come vasodilatatore. Ciò è molto utile per la salute cardiovascolare in quanto sinonimo di normalizzazione della pressione ematica e di meno danni per le pareti dei vasi sanguigni.

Altri studi precedenti a quello analizzato in queste righe hanno portato alla luce che l’assunzione di cannabidiolo può aiutare anche dal punto di vista neuroprotettivo. Il CBD, inoltre, è in grado di normalizzare il battito cardiaco in seguito a un attacco ischemico, con riduzioni significative della dimensione dell’infarto e dello stress ossidativo.

I risultati dell’ultimo studio in particolare sono confortanti in quanto la pressione ematica alta è un problema che riguarda circa 75 milioni di soggetti adulti in USA.

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